N U O V I • A P P U N T A M E N T I


F A L E R I A

Piazza della Collegiata

domenica 4 Agosto, ore 21.30! ...
Grazie infinite a tutti per la partecipazione !


"Un pollo per cena"

liberamente tratto da

"Sik Sik, l'artefice magico" di Eduardo de Filippo




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domenica 23 dicembre 2012

[ Conferenza sul Tabacco - atto unico liberamente tratto da A. Cechov ]

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Il Teatro Cinabro vi invita a vedere: "Conferenza sul tabacco" di A. Cechov con Giovanni Paiola.
Nel borgo antico di Sant'Oreste sul Soratte anche quest'anno dal 10 al 12 agosto si svolgerà la tradizionale festa dei vicoli o meglio i vicoli in festa, quest'anno i temi portanti sono cibi a km 0, musica a km 0 e artigiani a km 0, oltre ad uno spazio esclusivo per i bambini dove un pifferaio magico li radunerà in una piazza dei balocchi con zucchero filato, e li coinvolgerà in attività di gioco e teatrali, e un burattinaio darà vita ad uno spettacolo strappa denti.....tutto accopagnato con la fresca brezza del Soratte. visite guidate al museo naturalistico, concerti di musica jazz, di orchestrine spontanee oltre a performance artistiche da non perdere, rievocazioni cinquecentesche. insomma tre serate interessanti da non perdere a costo.... zero.

Si ringraziano vivamente a tutti coloro che ci seguono !

sabato 19 novembre 2011

[ Pericolosamente amici - 2 atti unici liberamente tratti da Eduardo de Filippo ]

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Eduardo de Filippo 1900-1984.
Sono nato a Napoli il 24 maggio 1900, dall'unione del più grandi attore-autore-regista e capocomico napoletano di quell'epoca, Eduardo Scarpetta, con Luisa De Filippo, nubile.

Mi ci volle del tempo per capire le circostanze della mia nascita perché a quei tempi i bambini non avevano 1a sveltezza e la strafottenza di quelli d'oggi e quando a undici anni seppi che ero
"figlio di padre ignoto" per me fu un grosso choc. La curiosità morbosa della gente intorno a me non mi aiutò certo a raggiungere un equilibrio emotivo e mentale. Così, se da una parte ero orgoglioso di mio padre, della cui compagnia ero entrato a far parte, sia pure saltuariamente, come comparsa e poi come attore, fin dall'età di quattro anni [...], d’altra parte la fitta rete di pettegolezzi, chiacchiere e malignità mi opprimeva dolorosamente. Mi sentivo respinto, oppure tollerato, e messo in ridicolo solo perché "diverso". Da molto tempo, ormai, ho capito che il talento si fa strada comunque e niente lo può fermare, ma è anche vero che esso cresce e si sviluppa più rigoglioso quando la persona che lo possiede viene considerata "diversa" dalla società.
Infatti, la persona finisce per desiderare di esserlo davvero, diversa, e le sue forze si moltiplicano,
il suo pensiero è in continua ebollizione, il fisico non conosce più stanchezza pur di raggiungere la meta che s'è prefissata. Tutto questo però allora non lo sapevo e la mia "diversità" mi pesava a tal punto che finii per lasciare la casa materna e la scuola e me ne andai in giro per il mondo da solo, con pochissimi soldi in tasca ma col fermo proposito di trovare la mia strada. Dovrei dire: di trovare la mia strada nella strada che avevo già scelto da sempre, il teatro, che è stato ed è tutto per me (Nota autobiografica risalente ai primi anni Settanta, in CM 1986).


Il Teatro Cinabro presenta 2 atti Unici:
Amicizia (1952) e Pericolosamente (1938)






foto: gustavo piccinini
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mercoledì 17 novembre 2010

[ L'Amore è Cieco - 3 atti unici di Anton Cechov ]

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Anton Pavlovic Cechov 1860-1904.

Novelliere sommo ed autore di opere teatrali la cui novità ispirò, all’inizio del XX secolo, al regista Stanislavski una teoria della recitazione fondata sulla ricerca della sincerità, sull’espressione degli stati d’animo e dei mezzi toni, Cechov, allo stesso tempo medico ed uomo di lettere, creò un’opera che fu inizialmente sinonimo di nostalgia sentimentale e d’esotismo slavo. Col tempo, la “piccola musica” dei suoi testi rivela una visione lucida, crudele e fondamentalmente tragicomica, della condizione umana.

La atmosfera che regna nel teatro di Cechov è quella della vita stessa, raggiunta attraverso dialoghi fatti di scambi banali, di silenzi prolungati, di frammenti di parole dirette o oblique, di rotture di tono, di slittamenti, di lacerti di canzoni o di citazioni, di divagazioni; tutti elementi connessi in un ordine, che appunto, sembra essere quello della vita stessa, è tuttavia, innanzi tutto, frutto di una costruzione.

I personaggi delle storie brevi di Cechov sono sempre colti in un momento significativo della loro vita, un episodio non necessariamente straordinario eppure tale da rivelare l’essenza del presente, del passato e, a volte, anche del futuro della loro esistenza.


Il Teatro Cinabro presenta 3 atti Unici:

Domanda di Matrimonio, Il Tabacco e L'Orso


lunedì 1 febbraio 2010

[ Agenzia Fregoli ]

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Nato nel 1898, Antonio De Curtis, in arte Totò, ha fatto la sua “Università” recitando a Napoli nelle farse a soggetto, di origine ottocentesca e pulcinellesca.
Le sollecitazioni per un giovane comico erano tante.
Da una parte la farsa urbana e sottoproletaria di Pulcinella, la farsa cafona e grassa della tradizione cavaiola, la farsa piccolo borghese di Don Feliciello Sciosciammocca, i pasticci linguistici di Don Antonio Tartaglia.
Dall’altra l’esplosione del varietà, erede del Cafè Chantant.
Da questo calderone emersero, insieme a lui, due altri grandi comici, il Viviani ed Edoardo, ambedue tesi al rifiuto della prigionia della maschera a favore del carattere e del personaggio.
Totò, al contrario, trovò la sua libertà espressiva proprio diventando maschera, esaltandola con il suo volto disossato, la disarticolazione del corpo e con le sue fulminanti invenzioni linguistiche.
Abbiamo tratto i due tempi della nostra farsa dalla Rivista “Uomini a Nolo”, scritta nel 1937 da Totò in collaborazione con Bel Ami (Anacleto Francini).
Questo testo, come tutti gli altri degli anni ’30, è segnato dalla ricerca di nuove diramazioni del linguaggio comico, principalmente il travestimento e una palese “lunarità” quasi surreale delle battute.
Nella nostra messa in scena ci siamo sforzati di impiegare le tecniche interpretative di quell’epoca, senza per questo tentare l’impossibile imitazione di quell’inimitabile “mostro comico” che fù Totò.
Siete tutti invitati a “soffrire” con noi un sacco di felicità e di risate.
















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venerdì 31 luglio 2009

[ P.C. de Chamblain de Marivaux 1688-1763 ]

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P.C. de Chamblain de Marivaux (1688-1763)
La vena teatrale di Marivaux si manifesta precocemente. A 18 anni, per una scommessa detta in 5 giorni una commedia in versi di un atto, primo tentativo mal riuscito.
L’esperimento non ha seguito e lo scrittore per 14 anni si dedica a scrivere romanzi senza fortuna o incompiuti, creando una dopo l’altra, varie riviste letterarie.
A 32 anni si riaffaccia al teatro con una tragedia: Annibale, di esito infelice. Contemporaneamente ottiene il primo vero successo con la commedia “Arlecchino dirozzato dall’amore”, e da quel momento la sua strada è segnata e le sue opere seguite con la più viva simpatia dal pubblico.
Il grande successo dell’ “Arlecchino dirozzato dall’amore” mise in evidenza quella bontà naturale dell’uomo che fu espressa dalla filosofia di Jean-Jacques Rousseau e che opporrà l’uomo primitivo all’uomo civilizzato.
Con Marivaux e Beaumarchais, la commedia francese del XVIII secolo diventa capolavoro.
Sebbene Marivaux ha certamente molto ricordato, molto preso da altri, il suo genio è tuttavia perfettamente originale.
Aggraziato, romanzesco, maestro nell’arte del conversare che egli ha introdotto nei suoi dialoghi, fa, disfà e rifà gli intrighi leggeri delle sue commedie con felice grazia e con mezzi talvolta crudeli, sempre con fantasia e vivacità.
Molto altro si potrebbe dire sulla vita e l’opera del nostro autore, ma per amore di concisione affidiamo alle parole dello stesso Marivaux il compito di concludere la nostra breve presentazione:
Ho spiato nel cuore tutti i posti in cui si può nascondere l’amore quando esso teme di farsi vedere, ciascuna delle mie commedie ha lo scopo di obbligarlo ad uscire da uno di questi posti. …
























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martedì 10 febbraio 2009

[ Jean Tardieu - 3 atti unici ]

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I tre atti unici che presentiamo sono il primo nucleo di un più vasto progetto teso a presentare l’opera di questo originalissimo autore, attivo fino agli anni ’70 del secolo scorso.
Partecipe importante ed appartato del “Noveau Théâtre” francese, più noto come “Teatro dell’Assurdo”, Jean Tardieu purtroppo oggi è quasi sconosciuto al pubblico italiano.
Fama negatagli forse da un estremo eccletismo misto ad una enorme curiosità sperimentale che lo hanno reso meno “riconoscibile” di altri autori, più tesi a rendere “monumentale” la loro opera tramite la reiterazione di alcune soluzioni tecniche e di una compiaciuta contemplazione, ossessivamente ipnotica, dell’ineluttabile enigma della vita.
Percezione acutamente presente in tutte le opere del nostro autore, ma sempre intimamente unita ad un senso di responsabile accettazione e mai disgiunta dall’intuizione di una possibile rigenerante resurrezione spirituale.
[ In un mondo dove tutto tace sotto la minaccia di una spaventosa assenza – scrive Tardieu – l’uomo, un tempo cullato dalla voce degli Dei, si ritrova solo, costretto a raccogliere la sfida lanciata dalle oscure forze della distruzione ed a ricostruire la propria immagine partendo dalle estreme soglie del nulla. ]
Ed in un altro scritto l’autore sostiene: [ L’essersi spesso fermati al sensibile, all’immediato, l’aver diffidato di ogni traviamento, …, l’essersi accontentati di far scivolare il riflesso di un inconoscibile incendio sulle figure di tutti i giorni non è una fuga davanti all’illimitato, né una disfatta, né una rinuncia. In questa volontà di esattezza è incluso il presentimento del dramma universale. …] Meglio ancora: [ la famosa “misura” e la famosa “ragione” prendono le mosse dalla preventiva valutazione della dismisura e della irragionevolezza del mondo. Il problema è sapere se si accetta o se si rifiuta. … Una sorte di fierezza metafisica ci ha impedito un consenso considerato malsano ].






























































































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martedì 9 dicembre 2008

[ L'atto di nascita del Cinabro ]

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Compagnia teatrale di Calcata è avvenuta con il debutto del 3 luglio 2008, la piece è andata in scena alle h. 21.30, perciò secondo l'oroscopo cinese, la compagnia è: Topo – Capra – Cinghiale. Gli auspici sono ottimi soprattutto considerando che il 2008 è anno di Terra.
Il Cinabro è la resurrezione alchemica del primo gruppo Teatrale di Calcata, i Vecchi Tufi, fondato alla fine degli anni '70 del secolo scorso, ma lasciamo da parte il passato… anche se gli stessi fondatori dei Vecchi Tufi sono ora confluiti nel "Cinabro Calcata". Calcata rossa ed infuocato nel sacro furore teatrale. L'intento del Cinabro è quello di vivere nello spirito ancestrale che aleggia sulla valle, riconoscendo in questo luogo la matrice di ogni bene, sia in senso taoista che in senso prettamente laico. Infatti spirito e natura sono sinonimo di una realtà inscindibile.
La compagnia è in viaggio, ma è un viaggio che si compie da fermi, nella coscienza, il luogo fisico sperimentale è il vecchio Teatro del Generale, che servì da laboratorio ai Vecchi Tufi, quindi il Cinabro è una specie di fenice che rinasce trasformandosi, allo stesso tempo è un tentativo di integrazione fra il vecchio ed il nuovo. Ma non è bene parlar troppo di un nuovo nato, aspettiamo che dimostri le sue capacità e poi potremo descriverne le ulteriori gesta.
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lunedì 8 dicembre 2008

[ Zhuang Zi raggiunge il grande Tao ]

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Breve introduzione su “Zhuang Zi raggiunge il Grande Tao”

Fen Meng Long [ Fen sogno di drago ], attivo nella I° metà del XVII secolo, è l’autore del- la bellissima novella che ris- pettosamente abbiamo sce- neggiato.
La storia, impeccabilmente ar- chitettata dall’autore, si dipa- na intorno ad episodi leggen- dari della vita del Grande Ma- estro Taoista Zhuang Zi, vis- suto realmente nel III secolo a. C., ed autore del “Libro del fiore del sud”.
La storia sembra ruotare in torno a semplici precetti confuciani, ma una volta che ci è sembrato di cogliere il senso, ecco che il senso, a ben considerare, si scompone in una moltitudine di simboli …
I più attenti ed avveduti avranno il piacere, una volta correlati i contenuti simbolici, di scoprire il vero senso riposto della storia.















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